L’intervista esclusiva all’ex giocatore di Fiorentina e Juventus sul percorso della squadra e i ricordi in maglia viola
Il doppio ex di Fiorentina e Juventus, Marco Marchionni, ha raccontato in esclusiva a LaViola.it il suo passato a Firenze e ha commentato l’ampia vittoria dei viola di una settimana fa al Franchi: “Ho visto una squadra consapevole di potere fare la partita, di ottenere un risultato importante e di mettere in difficoltà una squadra come la Juventus. Quando la Fiorentina gioca in questo modo può mettere in difficoltà chiunque. Ha meritato ampiamente la vittoria“.
TANTI PUNTI CON LE BIG. “Le partite con le squadre di bassa classifica sembrano semplici, ma non lo sono. A volte preparare una partita contro una grande squadra per i giocatori che ha la Fiorentina è più facile perché sono grandi giocatori. Quando si vanno a incontrare squadre un po’ meno blasonate, la difficoltà è di prepararle con la stessa testa. Purtroppo, quest’anno la Fiorentina ha avuto questa difficoltà. Con le grandi è stato tutto facile perché ha preparato sempre la partita nel migliore dei modi. Con le squadre più piccole non è stato così“.
OBIETTIVO EUROPA. “L’obiettivo principale è dare continuità. Soltanto con la continuità si può dare un reale obiettivo. Inizialmente la squadra è partita non benissimo, poi si sono ripresi e hanno creato i presupposti per ambire a un posto in Europa. Poi purtroppo sono ricaduti in quei risultati che l’hanno allontanata dalle posizioni più alte. La vittoria con la Juventus dimostra che se la possono giocare con tutti, però purtroppo non c’è la continuità necessaria per un posto in Europa. In questo momento bisogna vedere come affronteranno le prossime partite. Se non hai continuità, la vittoria con i bianconeri serve a poco“.
EUROPA LEAGUE? “Fin quando la matematica non ti taglia fuori, una squadra come laFiorentina deve puntare al posto in Europa. Tra poche partite si delineerà il percorso che faranno anche le altre squadre. Ora devono ripartire dalla partita fatta contro la Juve. Deve fare quei risultati che poi ti permettono di avere quella continuità per andare in Europa“.
CAMMINO IN CONFERENCE. “Con squadre come Chelsea e Betis il percorso si può complicare, però è pur vero che in Europa è tutto diverso. In Europa ogni partita la devi fare al massimo, non puoi abbassare mai la guardia. Credo che la Fiorentina possa arrivare tranquillamente fino in fondo, però deve sempre ripetere la partita che ha fatto con la Juventus. Se ha quell’aggressività, quell’agonismo, quella voglia, in Europa può ottenere veramente tanto“.
GUDMUNDSSON. “Per un giocatore ogni momento della stagione può essere diverso. Avendo ritrovato il gol si è liberato e ha trovato la continuità che tutti si aspettavano. Ora, secondo me, avendo trovato l’alchimia giusta con la squadra e con Raffaele, si è sbloccato e può tirare fuori le proprie caratteristiche. Ma più che demeriti di Palladino, parlerei di demeriti del giocatore. Se Raffaele non l’ha fatto giocare è perché in allenamento non lo vedeva pronto per la partita. A volte si dà per scontato che uno, anche se ha un nome importante, dovrebbe giocare. Ma è l’allenatore che lo vede tutti i giorni e capisce se è in forma. Poi sicuramente giocare nella Fiorentina non è come giocare da altre parti. Ci sono pressioni, sappiamo il popolo viola quanto ci tiene, quanto è esigente. Serve tirar fuori il carattere. In questo momento Gudmundsson si è fatto trovar pronto, Raffaele lo ha chiamato in causa e sta mostrando il giocatore che è”.
FAGIOLI. “Alla Juve aveva già fatto intravedere la sua forza. Poi è normale che, se arrivi a Firenze e ti fai già trovare pronto, diventa tutto più facile. La Fiorentina è un’ottima squadra, è ben allenata, è una piazza ambiziosa. Ci sono tutti i presupposti per far bene e il giocatore deve saper reggere l’impatto con Firenze. Se uno ha qualità poi le tira fuori senza problemi”.
KEAN. “È un giocatore che può giocare in qualsiasi sistema di gioco. Arrivando dalla Juventus sa cosa sono le pressioni. Doveva trovare l’ambiente ideale dove gli davano fiducia, dove credevano in lui. È un giocatore completo“.
LA DIFFERENZA TRA I DUE AMBIENTI. “Sono totalmente diversi. Alla Juventus c’è una sola parola: vincere. Il pareggio non esiste, si gioca sempre per la vittoria. Quando arrivi a Firenze respiri la passione di tutto l’ambiente che ti carica in ogni partita. La pressione è la stessa, ma alla Fiorentina hai un’intera città che fa il tifo per te. Ti seguono con talmente tanta passione che a volte ti aiuta, altre se non sei pronto mentalmente può farti soffrire. È una piazza esigente, ma è il bello di quando giochi a calcio“.
PREPARARE FIORENTINA-JUVENTUS. “Viene vissuta in maniera totalmente diversa. Quando giochi nella Juventus è una partita come le altre. Devi vincere come sempre. A Firenze già nelle due settimane precedenti si inizia a parlare di quella partita e si sente l’odore. Quando arriva quella settimana, l’atmosfera cambia e diventa magica. La vivi come la partita della vita, perché sai che per i fiorentini quella è “LA” partita. Era bello prepararla. Ti lasciavano tranquillo, ma al tempo stesso quell’aria ti dava adrenalina e un brivido in più per prepararla al meglio. Era una carica che sentivi anche camminando per le strade. Ti lasciavano la tranquillità giusta sì poi il problema era dopo, in caso di sconfitta…“.
RICORDI VIOLA. “Ho vissuto tre anni bellissimi a Firenze. L’anno di Prandelli della Champions è indelebile. Un’intera città si aspettava che facessimo grandi cose. Non era facile, perché avevamo un girone tosto, ma eravamo una squadra che sapeva il fatto proprio. Parlo sempre volentieri di Firenze, perché mi è rimasta dentro. È uno dei posti dove mi sono trovato meglio. Il ricordo più bello è facile dirlo. Quando abbiamo vinto con il Liverpool in casa. I tifosi piangevano e guardarli è stato emozionante. Non era scontato vincere, ma vedere così tanta gente impazzire per quella partita è stata una cosa veramente bella”.
Di
Viola Bertaccini