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‘Odi et Amo’, o meglio ‘Amo et Odi’. Vlahovic e Gonzalez, occhio al doppio ex

La sfida con la Juve non è mai banale, specie negli ultimi anni. Tanti milioni nelle casse viola, a Torino tra luci ed ombre

Uno dei titoli potrebbe essere ‘C’eravamo tanto amati’. Ma forse è più giusto quell’Odi et Amo’ inciso duemila anni fa da Catullo. Magari rivisitato, ‘Amo et Odi’, in senso più cronologico. Prima il grande amore, i gol, le esultanze, le ambizioni condivise. Poi l’addio, più o meno turbolento, verso la rivale più grande. A suon di milioni, tanti milioni. Dusan Vlahovic e Nico Gonzalez, 103 milioni di euro da Torino a Firenze più 15 di possibili bonus. Domenica saranno gli ex da tenere d’occhio.

ADIOS. Nico viene da tre anni intensi a Firenze. Preso nell’estate 2021 come acquisto più oneroso della storia viola, è stato protagonista nel triennio Italiano che ha riportato la Fiorentina in Europa ma che ha visto i viola solo sfiorare per ben tre volte l’agognato trofeo. Due volte la finale di Conference, una volta di Coppa Italia. E da Nico ci si aspettava qualcosa in più nei momenti cruciali. “La sconfitta in finale ad Atene ha inciso pesantemente nella testa di Nico Gonzalez. Io dissi che al 99% restava con noi, meno male ho detto 99%, è stata la mia salvezza. Lui si è sentito di fare un passo indietro”, disse Pradè a fine mercato. Già, quell’1% alla fine trasformatosi in realtà, in direzione Torino. “Andai a trovarlo nel ritiro dell’Argentina quest’estate, ma è rimasto in camera. Forse era stanco…”, disse Commisso a settembre. L’ennesimo affare Fiorentina-Juventus, stavolta però in pochi, rispetto al passato, hanno gridato allo ‘scandalo’. Vuoi per abitudine, vuoi perché effettivamente il ciclo dell’argentino pareva volto al termine, vuoi perché le potenzialità fatte intravedere da Speedy Nico solo a volte si sono tramutate in gol e assist.

GOL E INFORTUNI. I gol alla fine sono stati 38, più 19 assist, in 125 partite. Non male, anzi, per chi ha sempre agito da esterno. Il problema però è che Gonzalez non ha mai avuto continuità, per problemi fisici più o meno importanti. E quei viaggi andata e ritorno dall’Argentina, un vero tormento per il gruppo di Italiano. In tre anni saltate 34 partite per infortunio, più altre giocate solo per piccoli spezzoni per i vari recuperi. Alla Juve ne sanno qualcosa, perché fin qui ha giocato solo 9 partite su 23 in bianconero, ma segnando 3 gol e fornendo 2 assist. A segno nelle ultime due tra Coppa Italia e campionato, Nico è tornato ‘preciso’ per sfidare la Fiorentina.

ASPETTATIVE NON REALIZZATE. Sarà a fianco di Vlahovic. Sembra ieri, o forse no, quando Pradè su Sportitalia annunciava la possibile cessione di Dusan a gennaio 2022, con la Fiorentina in piena corsa Champions (proprio come i bianconeri). Quel rinnovo prima promesso e mai concretizzato da parte del serbo, gli atteggiamenti del procuratore che hanno fatto infuriare Commisso e la decisione di venderlo subito prima di rischiare di perderlo a zero. “Voleva rovinare la Fiorentina”, disse Rocco, che a più riprese nei mesi successivi è tornato su quell’operazione con la Juve tirando in mezzo paragoni con Cabral, Piatek o Jovic. Una cessione che ha aperto una crepa nei rapporti con una parte della tifoseria, ma a Torino Vlahovic non è più tornato ai livelli di quel periodo fiorentino. Vuoi per le pressioni, per il modo di giocare di Allegri, la pubalgia che lo ha frenato per diversi mesi. Fatto sta che in quasi tre anni di bianconero ha sì segnato 53 gol (più 11 assist) in 122 partite, ma non ha mai realizzato quelle aspettative che c’erano sul suo conto al momento del trasferimento.

ANCORA DA EX. Tante critiche, passaggi a vuoto, messe in discussione, con un nuovo tira e molla sul rinnovo per un contratto da 12 milioni non più sostenibile per la società bianconera. Nel mezzo anche un idillio presto finito con i tifosi, con quegli screzi con gli ultras di settimana scorsa e certe frecciatine a Thiago Motta dal ritiro della Nazionale (e dopo qualche sostituzione) che non sono passate inosservate. Per Vlahovic una stagione da 12 gol in 21 partite fin qui, contro la Fiorentina da ex 6 gare giocate senza segnare. Ma anche tre gol annullati, il primo a febbraio 2023 senza esultare, gli altri ad aprile scorso con esultanza invece sentita. Domenica starà con ogni probabilità a Ranieri e Comuzzo tenerlo sotto stretta osservazione.

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